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Virus e cambiamenti climatici

Tutti noi sappiamo quanto sia importante proteggere il nostro ambiente ai nostri giorni, e la sfida che ci si pone davanti oggi è forse la più grande che noi essere umani dobbiamo affrontare per la salvaguardi della nostra specie e di tutto il pianeta.
Quello che molti non sanno forse è che anche il propagarsi dei virus e delle malattie è legato ai cambiamenti climatici e che perciò viene amplificato dai problemi ambientali attualmente in atto.

In particolare lo sfruttamento intensivo degli animali negli allevamenti, e la perdita di biodiversità sono un meccanismo che favoriscono il proliferare di virus e malattie pandemiche.

Il fenomeno dello spillover

La diffusione e l’aumento di allevamenti intensivi di bestiame in tutto il mondo sembra infatti essere una delle cause principali della diffusione di malattie degli animali e che a volte passano anche dagli animali all’uomo, secondo il fenomeno dello spillover, per cui si diffondono virus o pandemie, come è il caso ad esempio del coronavirus e come lo è stato anche con l’influenza aviaria.

Il comparire di nuovi virus patogeni anche per l’uomo, e che in precedenza circolavano solo in altre specie animali, viene detto “spillover”, dal titolo di un libro di successo di David Quammen (2012) un giornalista scientifico USA.

Qui egli racconta che alla base di epidemie sia presente la distruzione degli ecosistemi, soprattutto quelli forestali, che sono i più complessi e i più ricchi di biodiversità.

In inglese il termine spillover significa “salto interspecifico”, significa che rappresenta il momento in cui un virus fa un salto da una specie a un’altra, ad esempio da animale a uomo.

Si pensa che questo fenomeno sia anche alla base dell’origine del nuovo coronavirus.

Succederà ancora se non facciamo tesoro di quello che abbiamo capito e dagli errori legati al nostro modello consumistico di sviluppo e alimentazione che sta contribuendo a favorire tutto ciò.

Cambiare la rotta

E’ quindi importante cambiare la rotta, sia come cittadini che come Istituzioni politiche a livello nazionale e internazionale in tutto il mondo.

Si può infatti scegliere se usare il suolo per alimentare gli animali o le persone e che quindi possiamo investire ad esempio in coltivazioni di cereali invece che in allevamenti intensivi.
Infatti un ettaro di terra può dare nutrimento a 30 persone tramite le proteine vegetali, mentre se trasformiamo le proteine vegetali in quelle animali per ogni ettaro di tera possono mangiare solo 5 persone.
E’ evidente che bisogna cambiare l’approccio con l’alimentazione se vogliamo che la terra sia produttiva e che offra cibo per tutti in maniera adeguata.

Adottiamo quindi comportamenti più rispettosi dell’ambiente, e che non pesino sull’ecosistema, conservando la biodiversità e garantendo il nostro benessere per noi e una giusta qualità di vita anche per il futuro.

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